miércoles, 31 de marzo de 2010
Le rhinocéros
Jean (si alza di scatto, rovescia la sedia, sguardo fisso verso la quinta di sinistra. Fa mimica col braccio, mentre Berenger, sempre intontito, resta seduto) Oh! Un rinoceronte!
I rumori dell'animale si allontanano rapidamente, in modo che si possano distinguere le battute seguenti. Tutta questa scena va recitata in modo serrato.
(Ripete) Oh! Un rinoceronte!
Cameriera Oh! Un rinoceronte!
Droghiera (si affaccia alla porta del negozio) Oh! Un rinoceronte! (Al marito, rimasto in negozio) Presto, vieni a vedere... un rinoceronte!
Tutti seguono, lo sguardo fisso a sinistra, la corsa del pachiderma.
Jean Galoppa a testa bassa, sfiora le vetrine!
Droghiere (dal negozio) Dove?
Cameriera (appoggia le mani sui fianchi) Oh!
Droghiera (al marito che è sempre in negozio) Vieni a vedere, ti dico!
Nello stesso istante il droghiere sporge la testa.
Droghiere Oh! Un rinoceronte!
Il filosofo (entra rapidamente in scena da sinistra) Un rinoceronte al galoppo sul marciapiede di fronte!
Tutte le battute, ad iniziare dal primo « Oh! Un rinoceronte! » di Jean sono quasi simultanee. Si distingue un « Oh! » di intonazione femminile. Entra una donna. Corre sino al centro del palcoscenico. È la casalinga con la sua sporta sotto il braccio. Giunta al centro della scena, con mimica di terrore, lascia cadere la sporta. Le provviste si sparpagliano sulla scena, una bottiglia va in pezzi. Tuttavia ella non abbandona il gatto che tiene con l'altro braccio.
La casalinga Ah! Oh!
I rumori dell'animale si allontanano rapidamente, in modo che si possano distinguere le battute seguenti. Tutta questa scena va recitata in modo serrato.
(Ripete) Oh! Un rinoceronte!
Cameriera Oh! Un rinoceronte!
Droghiera (si affaccia alla porta del negozio) Oh! Un rinoceronte! (Al marito, rimasto in negozio) Presto, vieni a vedere... un rinoceronte!
Tutti seguono, lo sguardo fisso a sinistra, la corsa del pachiderma.
Jean Galoppa a testa bassa, sfiora le vetrine!
Droghiere (dal negozio) Dove?
Cameriera (appoggia le mani sui fianchi) Oh!
Droghiera (al marito che è sempre in negozio) Vieni a vedere, ti dico!
Nello stesso istante il droghiere sporge la testa.
Droghiere Oh! Un rinoceronte!
Il filosofo (entra rapidamente in scena da sinistra) Un rinoceronte al galoppo sul marciapiede di fronte!
Tutte le battute, ad iniziare dal primo « Oh! Un rinoceronte! » di Jean sono quasi simultanee. Si distingue un « Oh! » di intonazione femminile. Entra una donna. Corre sino al centro del palcoscenico. È la casalinga con la sua sporta sotto il braccio. Giunta al centro della scena, con mimica di terrore, lascia cadere la sporta. Le provviste si sparpagliano sulla scena, una bottiglia va in pezzi. Tuttavia ella non abbandona il gatto che tiene con l'altro braccio.
La casalinga Ah! Oh!
martes, 30 de marzo de 2010
Facity manifest for the photo shoot
1. Frontal position to the camera (no leaning head).
2. Open sharp eyes (focus on the eyes).
3. No smile. Natural facial expression.
4. Pure faces (minimum of make-up). Hair pulled backward (minimum of hair visible).
5. No clothing visible. No glasses, no jewelry (exception: piercings).
6. Partial head shot (refer to other faces).
7. Only indoor daylight. No artificial light sources. Clean background.
8. Aperture 2,8 with a 50 mm lens (or similar conditions).
9. Square format (at least 600x600 pixels).
10. Minimal processing (as realistic as possible).
2. Open sharp eyes (focus on the eyes).
3. No smile. Natural facial expression.
4. Pure faces (minimum of make-up). Hair pulled backward (minimum of hair visible).
5. No clothing visible. No glasses, no jewelry (exception: piercings).
6. Partial head shot (refer to other faces).
7. Only indoor daylight. No artificial light sources. Clean background.
8. Aperture 2,8 with a 50 mm lens (or similar conditions).
9. Square format (at least 600x600 pixels).
10. Minimal processing (as realistic as possible).
maliconia I
Una leggera perturbazione pervade il tardo pomeriggio. Il andirivieni delle zatere mi sembra quasi uno statico dolore. il sole muore. Soles possunt occidere et redire : nobis cum semel occidit brevis lux, est dormienda una nox perpetua.
By Lorenzo Bevilacqua
Image by Quitzé Sabillón
tangles in al-kharabish
We are about to finish our report on the world of Islamic carpet. Today I want to explain to you the evolution of the symbol of niche. Initially born for the type of carpet named “prayer”, the one you used to pray, was represented like a mihrab, the niche that indicates the direction of prayer in mosques, sometimes weavers put inside this mihrab a lamp to signify “the light of faith”. The characteristic of Indian carpet is to transform the niche into a window through which you can see a landscape, more articulated as possible.
nonio
BOCCA: non soffriva! ... anzi non poteva ricordare... lì per lì... quando aveva sofferto di meno... a meno che naturalmente non fosse... inteso che lei dovesse soffrire... ha!... pensato che lei dovesse soffrire... come qualche volta... nella sua vita... quando chiaramente avrebbe dovuto provare piacere... lei in verità... non ne aveva provato nessuno... neanche il più piccolo... in tal caso naturalmente... quel concetto di castigo... per un qualche peccato... o magari per tutti... o per nessun motivo particolare... ma per la cosa in sé... cosa che lei capiva perfettamente... quel concetto di castigo al quale aveva pensato in un primo momento... essendole sempre stato insegnato a credere... con le altre orfanelle... nella misericordia... (breve risata)... di Dio... (risatona)... aveva avuto in un primo momento l'idea... poi buttata via... perché sciocca... e forse non era così sciocca... dopo tutto... e cosi avanti... tutto l'insieme... vani ragionamenti... finché un'altra idea... oh molto tempo dopo!... lampo improvviso... davvero molto sciocca ma - ... Cosa?... il ronzio?... sì... sempre il ronzio... chiamiamolo così... nelle orecchie... anche se ad essere sinceri non proprio... nelle orecchie... ma nel cranio... un sordo ruggito nel cranio... e sempre questo raggio o bagliore... come un bagliore di luna... ma probabilmente no... anzi certamente no... sempre lo stesso punto... ora splendente... ora opaco... ma sempre lo stesso punto... come nessuna luna potrebbe... no... nessuna luna... soltanto lo stesso desiderio dì... tormentarsi...
lunes, 29 de marzo de 2010
Etymologie
Kunst ist ein deutsches Wort. Bereits im Althochdeutschen lautete es kunst (Plural kunsti), im Mittelhochdeutschen kunst (Pl. künste). Ursprünglich ist kunst ein Substantivabstraktum zum Verbum können mit der Bedeutung "das, was man beherrscht; Kenntnis, Wissen, Meisterschaft". Die Redewendung „Kunst kommt von Können“ ist also etymologisch, dem Wortursprung nach, richtig.Die heutige Bedeutung des Wortes hat sich dadurch entwickelt, dass zusätzlich der lateinische Begriff ars mit "Kunst" ins Deutsche übersetzt wurde (Lehnbedeutung).
Besonders seit der Neuzeit wird der Begriff zunehmend mehrdeutig, weil
neben alte Verwendungen des Wortes (im Sinne von „Lehre, Wissen“) neue
treten (im Sinne des Plurals Künste als „Kunstgattung“, etwa „autonome Künste“, „schöne Künste“)
saul
Gionata. Oh! qual voce mi suona? odo una voce,
cui del mio cor nota è la via.
David. Chi viene?...
Deh, raggiornasse! Io non vorria mostrarmi,
qual fuggitivo...
Gionata. Olà. Chi sei? che fai
dintorno al regio padiglion? favella.
David. Gionata parmi... Ardir. - Figlio di guerra,
viva Israèl, son io. Me ben conosce
il Filisteo.
Gionata. Che ascolto? Ah! David solo
cosí risponder può.
David. Gionata...
Gionata. Oh cielo!
David,... fratello...
David. Oh gioia!... A te...
Gionata. Fia vero?...
tu in Gelboè? Del padre mio non temi?
Io per te tremo; oimè!...
David. Che vuoi? La morte
in battaglia, da presso, mille volte
vidi, e affrontai: davanti all'ira ingiusta
del tuo padre gran tempo fuggii poscia:
ma il temer solo è morte vera al prode.
Or, piú non temo io, no: sta in gran periglio
col suo popolo il re: fia David quegli,
che in securtade stia frattanto in selve?
Ch'io prenda cura del mio viver, mentre
sopra voi sta degli infedeli il brando?
A morir vengo; ma fra l'armi, in campo,
per la patria, da forte; e per l'ingrato
stesso Saúl, che la mia morte or grida
cui del mio cor nota è la via.
David. Chi viene?...
Deh, raggiornasse! Io non vorria mostrarmi,
qual fuggitivo...
Gionata. Olà. Chi sei? che fai
dintorno al regio padiglion? favella.
David. Gionata parmi... Ardir. - Figlio di guerra,
viva Israèl, son io. Me ben conosce
il Filisteo.
Gionata. Che ascolto? Ah! David solo
cosí risponder può.
David. Gionata...
Gionata. Oh cielo!
David,... fratello...
David. Oh gioia!... A te...
Gionata. Fia vero?...
tu in Gelboè? Del padre mio non temi?
Io per te tremo; oimè!...
David. Che vuoi? La morte
in battaglia, da presso, mille volte
vidi, e affrontai: davanti all'ira ingiusta
del tuo padre gran tempo fuggii poscia:
ma il temer solo è morte vera al prode.
Or, piú non temo io, no: sta in gran periglio
col suo popolo il re: fia David quegli,
che in securtade stia frattanto in selve?
Ch'io prenda cura del mio viver, mentre
sopra voi sta degli infedeli il brando?
A morir vengo; ma fra l'armi, in campo,
per la patria, da forte; e per l'ingrato
stesso Saúl, che la mia morte or grida
paolo uccello
janin antoni
en attendant Godot
VLADIMIRO Certe volte mi sembra proprio che ci siamo. Allora mi sento tutto strano. (Si toglie il cappello, ci guarda dentro, ci fa scorrer la mano, lo scuote, lo rimette in testa) Come dire? Sollevato, ma al tempo stesso... (cercando la parola) ... spaventato. (Con enfasi) Spa-ven-ta-to. (Si toglie di nuovo il cappello e ci guarda dentro) Questa poi! (Batte sulla cupola come se volesse far cadere qualcosa, torna a guardarci dentro, lo rimette in testa) Insomma... (Con uno sforzo supremo, Estragone riesce a togliersi la scarpa. Ci guarda dentro, fruga con la mano, la rivolta, la scuote, guarda in terra se per caso non sia caduto qualcosa, fa di nuovo scorrere la mano nell'interno della scarpa, lo sguardo assente) Allora?
ESTRAGONE Niente.
VLADIMIRO Fa' vedere.
ESTRAGONE Non c'è niente da vedere.
VLADIMIRO Cerca di rimetterla.
ESTRAGONE (dopo avere esaminato il piede) Voglio la-sciarlo respirare un po'.
VLADIMIRO Ecco gli uomini! Se la prendono con la scarpa quando la colpa è del piede. (Per la terza volta, si toglie il cappello, ci guarda dentro, ci fa scorrere la mano, lo scuote, ci picchia sopra, ci soffia dentro e lo rimette in testa) La cosa comincia a preoccuparmi. (Pausa. Estragone agita il piede dimenando le dita per far circolare l'aria). Uno dei ladroni si salvò. (Pausa). E una percentuale onesta. (Pausa). Gogo...
ESTRAGONE Cosa?
VLADIMIRO E se ci pentissimo?
ESTRAGONE Di cosa?
VLADIMIRO Be'... (Cerca) Non sarebbe proprio indispensabile scendere ai particolari.
ESTRAGONE Di esser nati?
VLADIMIRO (scoppia in una gran risata, che subito soffoca, portandosi la mano al pube, col volto contratto) Proibito anche il riso.
ESTRAGONE Bel sacrificio.
VLADIMIRO Si può solo sorridere. (Il suo viso si fende in un sorriso esagerato, che si cristallizza, dura qualche istante, poi di colpo di spegne) Non è la stessa cosa. Comunque... (Pausa). Gogo...
ESTRAGONE (seccato) Cosa c'è adesso?
VLADIMIRO Hai letto la Bibbia?
ESTRAGONE La Bibbia... (Pensieroso) Mi par bene di averci dato un'occhiata.
VLADIMIRO (stupito) Alla scuola laica?
ESTRAGONE Che ne so se era laica o non laica.
VLADIMIRO Stai confondendo col riformatorio.
ESTRAGONE Può darsi. Mi ricordo le carte geografiche della Terra Santa. A colori. Erano bellissime. Il Mar Morto era celeste. Mi metteva sete solo a guardarlo. Pensavo sempre: è là che voglio passare la luna di miele. Nuoteremo. Saremo felici.
VLADIMIRO Avresti dovuto essere un poeta.
ESTRAGONE Lo sono stato. (Indica i propri cenci) Si ve-de, no?
ESTRAGONE Niente.
VLADIMIRO Fa' vedere.
ESTRAGONE Non c'è niente da vedere.
VLADIMIRO Cerca di rimetterla.
ESTRAGONE (dopo avere esaminato il piede) Voglio la-sciarlo respirare un po'.
VLADIMIRO Ecco gli uomini! Se la prendono con la scarpa quando la colpa è del piede. (Per la terza volta, si toglie il cappello, ci guarda dentro, ci fa scorrere la mano, lo scuote, ci picchia sopra, ci soffia dentro e lo rimette in testa) La cosa comincia a preoccuparmi. (Pausa. Estragone agita il piede dimenando le dita per far circolare l'aria). Uno dei ladroni si salvò. (Pausa). E una percentuale onesta. (Pausa). Gogo...
ESTRAGONE Cosa?
VLADIMIRO E se ci pentissimo?
ESTRAGONE Di cosa?
VLADIMIRO Be'... (Cerca) Non sarebbe proprio indispensabile scendere ai particolari.
ESTRAGONE Di esser nati?
VLADIMIRO (scoppia in una gran risata, che subito soffoca, portandosi la mano al pube, col volto contratto) Proibito anche il riso.
ESTRAGONE Bel sacrificio.
VLADIMIRO Si può solo sorridere. (Il suo viso si fende in un sorriso esagerato, che si cristallizza, dura qualche istante, poi di colpo di spegne) Non è la stessa cosa. Comunque... (Pausa). Gogo...
ESTRAGONE (seccato) Cosa c'è adesso?
VLADIMIRO Hai letto la Bibbia?
ESTRAGONE La Bibbia... (Pensieroso) Mi par bene di averci dato un'occhiata.
VLADIMIRO (stupito) Alla scuola laica?
ESTRAGONE Che ne so se era laica o non laica.
VLADIMIRO Stai confondendo col riformatorio.
ESTRAGONE Può darsi. Mi ricordo le carte geografiche della Terra Santa. A colori. Erano bellissime. Il Mar Morto era celeste. Mi metteva sete solo a guardarlo. Pensavo sempre: è là che voglio passare la luna di miele. Nuoteremo. Saremo felici.
VLADIMIRO Avresti dovuto essere un poeta.
ESTRAGONE Lo sono stato. (Indica i propri cenci) Si ve-de, no?
domingo, 28 de marzo de 2010
Le rhinocéros
Berenger Ma se potessimo fare arrivare anche qui, nel nostro cielo, delle nuvole scientifiche, farebbe meno caldo e avremmo meno sete.
Jean (osserva Berenger) Si, ma a lei non servirebbe lo stesso. Non è d'acqua che lei ha sete, caro Berenger,..
Berenger E con questo che intende dire, caro Jean?
Jean Oh! Lei mi ha capito benissimo. Parlo della sua gola secca: ci vuol altro per innaffiarla!
Berenger La sua frase mi pare...
Jean (interrompendolo) Lei è su una cattiva strada, amico mio.
Berenger Su una cattiva strada? E perché?
Jean Non sono cieco. Lei crolla dalla stanchezza, ha ancora passato una notte bianca, sbadiglia, è morto di sonno...
Berenger Ho un leggero mal di testa...
Jean ...e puzza di alcool!
Berenger Già, è vero, ho anche la bocca impastata!
Jean Ogni domenica mattina è la stessa storia, per non parlare degli altri giorni della settimana.
Berenger No, no, in settimana succede di rado, per via dell'ufficio...
Jean E la cravatta? Dove ha messo la cravatta? Perduta durante le orge notturne!
Berenger (porta la mano al colletto) Sì, è vero, strano: chissà dov'è andata a finire?
Jean (estrae una cravatta dalla tasca della giacca) Ecco: prenda la mia.
Berenger Oh, grazie, molto gentile. (Si annoda la cravatta).
Jean (mentre Berenger sistema alla cieca la cravatta) È tutto spettinato!
Jean (osserva Berenger) Si, ma a lei non servirebbe lo stesso. Non è d'acqua che lei ha sete, caro Berenger,..
Berenger E con questo che intende dire, caro Jean?
Jean Oh! Lei mi ha capito benissimo. Parlo della sua gola secca: ci vuol altro per innaffiarla!
Berenger La sua frase mi pare...
Jean (interrompendolo) Lei è su una cattiva strada, amico mio.
Berenger Su una cattiva strada? E perché?
Jean Non sono cieco. Lei crolla dalla stanchezza, ha ancora passato una notte bianca, sbadiglia, è morto di sonno...
Berenger Ho un leggero mal di testa...
Jean ...e puzza di alcool!
Berenger Già, è vero, ho anche la bocca impastata!
Jean Ogni domenica mattina è la stessa storia, per non parlare degli altri giorni della settimana.
Berenger No, no, in settimana succede di rado, per via dell'ufficio...
Jean E la cravatta? Dove ha messo la cravatta? Perduta durante le orge notturne!
Berenger (porta la mano al colletto) Sì, è vero, strano: chissà dov'è andata a finire?
Jean (estrae una cravatta dalla tasca della giacca) Ecco: prenda la mia.
Berenger Oh, grazie, molto gentile. (Si annoda la cravatta).
Jean (mentre Berenger sistema alla cieca la cravatta) È tutto spettinato!
Rubikon (2)
La Rubikon es una cámara oscura hecha de papel, un recortable de juguete pero completamente funcional, con el que se pueden hacer fotos de verdad si se tiene algo de habilidad y destreza en el montaje. Se puede descargar en PDF de la web de Jaroslav Jurica, donde están todas las instruccione detalladas.
sábado, 27 de marzo de 2010
il rinoceronte
Jean (entra da destra) Oh, Berenger, finalmente.
Berenger (arriva da sinistra) Buongiorno, Jean.
Jean Sempre in ritardo, eh! (Guarda l'orologio al polso) Dovevamo trovarci alle undici e mezzo. È quasi mezzogiorno.
Berenger Mi scusi. È molto che aspetta?
Jean No, come vede arrivo adesso.
Vanno a sedersi a un tavolino del caffè.
Berenger Allora non mi sento tanto in colpa visto che... anche lei...
Jean Per me è diverso, non mi va di aspettare, non ho tempo da perdere, io. Dato che lei non è mai puntuale, arrivo apposta in ritardo, all'ora in cui prevedo che avrò il piacere di trovarla.
Berenger Giusto, giusto. Però...
Jean Non vorrà dirmi che è arrivato puntuale!
Berenger Ah, certo, non posso dirlo.
Berenger (arriva da sinistra) Buongiorno, Jean.
Jean Sempre in ritardo, eh! (Guarda l'orologio al polso) Dovevamo trovarci alle undici e mezzo. È quasi mezzogiorno.
Berenger Mi scusi. È molto che aspetta?
Jean No, come vede arrivo adesso.
Vanno a sedersi a un tavolino del caffè.
Berenger Allora non mi sento tanto in colpa visto che... anche lei...
Jean Per me è diverso, non mi va di aspettare, non ho tempo da perdere, io. Dato che lei non è mai puntuale, arrivo apposta in ritardo, all'ora in cui prevedo che avrò il piacere di trovarla.
Berenger Giusto, giusto. Però...
Jean Non vorrà dirmi che è arrivato puntuale!
Berenger Ah, certo, non posso dirlo.
è per te
Assapora il rosso del cielo, odora gli ondeggianti venti bianchi,
guarda nell’universo: il sole.
Guarda le stelle scintillanti di giallo,
fino a sentirti bene e a dover socchiudere gli occhi.
Mondi astrattati ti luccicano nelle orbite.
Lascia che ti tremino le dita fervide,
tasta un elemento,
che ti devi cercare barcollando di sete,
tu che siedi saltando, giaci correndo,
sogni stando disteso, stai sveglio sognando.
Febbri divorano fame e sete e svogliatezza,
sangue trapela.
Padre, che eppur ci sei, guardami
Avvolgimi,
perdonami.
Nel vicino mondo corro su e giù, a grande velocità.
Distendi ora le tue nobili ossa,
porgimi orecchio sensibile,
begli occhi di un pallido azzurro.
Questo, Padre, c’era.
Io sono davanti a te!
guarda nell’universo: il sole.
Guarda le stelle scintillanti di giallo,
fino a sentirti bene e a dover socchiudere gli occhi.
Mondi astrattati ti luccicano nelle orbite.
Lascia che ti tremino le dita fervide,
tasta un elemento,
che ti devi cercare barcollando di sete,
tu che siedi saltando, giaci correndo,
sogni stando disteso, stai sveglio sognando.
Febbri divorano fame e sete e svogliatezza,
sangue trapela.
Padre, che eppur ci sei, guardami
Avvolgimi,
perdonami.
Nel vicino mondo corro su e giù, a grande velocità.
Distendi ora le tue nobili ossa,
porgimi orecchio sensibile,
begli occhi di un pallido azzurro.
Questo, Padre, c’era.
Io sono davanti a te!
egon schiele
rené magritte
La natura è folle, gioca e si prende gioco. La perfezione del disegno esplode in un ultrasensibile. Da Paolo Uccello alla Metafisica sino all’onirico, resistenze che si liquefanno. La memoria sanguina dalle tempie, la parola prende possesso di significati più nascosti, la citazione antica da nuova vita alla banalità.
viernes, 26 de marzo de 2010
en attendant Godot
Risata di Vladimiro, interrotta di colpo come in precedenza. Stessa mimica, meno il sorriso.
VLADIMIRO Mi faresti ridere se mi fosse consentito.
ESTRAGONE Li abbiamo perduti?
VLADIMIRO (seccamente) Li abbiamo buttati via.
Pausa. Rimangono immobili, le braccia ciondoloni, il mento sul petto, le ginocchia piegate.
ESTRAGONE (debolmente) Non Siamo legati? (Pausa). Di'?
VLADIMIRO (alzando la mano) Senti!
Rimangono in ascolto, immobili, grotteschi.
ESTRAGONE Non sento niente.
VLADIMIRO Sssssssss! (Tendono l'orecchio. Estragone perde l'equilibrio e quaSi cade. Si aggrappa al braccio di Vladimiro che barcolla. Rimangono in ascolto, stretti l'uno all'altro, con gli occhi negli occhi). Neanch'io. (Sospiri di sollievo. DistenSione. Si allontanano l'uno dall'altro).
ESTRAGONE Mi hai spaventato.
VLADIMIRO Ho creduto che fosse lui.
ESTRAGONE Chi?
VLADIMIRO Godot.
VLADIMIRO Mi faresti ridere se mi fosse consentito.
ESTRAGONE Li abbiamo perduti?
VLADIMIRO (seccamente) Li abbiamo buttati via.
Pausa. Rimangono immobili, le braccia ciondoloni, il mento sul petto, le ginocchia piegate.
ESTRAGONE (debolmente) Non Siamo legati? (Pausa). Di'?
VLADIMIRO (alzando la mano) Senti!
Rimangono in ascolto, immobili, grotteschi.
ESTRAGONE Non sento niente.
VLADIMIRO Sssssssss! (Tendono l'orecchio. Estragone perde l'equilibrio e quaSi cade. Si aggrappa al braccio di Vladimiro che barcolla. Rimangono in ascolto, stretti l'uno all'altro, con gli occhi negli occhi). Neanch'io. (Sospiri di sollievo. DistenSione. Si allontanano l'uno dall'altro).
ESTRAGONE Mi hai spaventato.
VLADIMIRO Ho creduto che fosse lui.
ESTRAGONE Chi?
VLADIMIRO Godot.
jueves, 25 de marzo de 2010
ἣρως: Pseudo-anticonformista
E' notevolmente franco. Ha fatto il solito giorno di un anno a Parigi, completo di barba, panini all'aglio, rue St. Denis e ospedale americano. Gli piace ancora urinare nei lavandini, ma si rifiuta di ammetterlo. Sia la salute sia il temperamento sono stremamente stabili. E' affabile quando è in compagnia, ma ha smesso di bere per ordine di sua moglie...
tangles in al-kharabish
We saw the changing of certain symbol in others, for example the snake which becomes rope. Others undergo this change: The wheel of the peacock becomes a flower and, accordingly, the tree of life, the “eyes” on the wheel are the eyes of God. The tree of life becomes a line which can interweave and become endless knot.
via dolorosa
miércoles, 24 de marzo de 2010
En attendant Godot
ATTO PRIMO
Strada di campagna, con albero. E’ sera.
Estragone, seduto per terra, sta cercando di togliersi una scarpa. Vi si accanisce con ambo le mani, sbuffando. Si ferma stremato, riprende fiato, ricomincia daccapo.
Entra Vladimiro.
ESTRAGONE (dandosi per vinto) Niente da fare.
VLADIMIRO (avvicinandosi a passettini rigidi e gambe divaricate) Comincio a crederlo anch'io. (Si ferma) Ho resistito a lungo a questo pensiero; mi dicevo: Vladimiro, sii ragionevole, non hai ancora tentato tutto. E riprendevo la lotta. (Prende un'aria assorta, pensando alla lotta. A Estragone) Dunque, sei di nuovo qui, tu?
ESTRAGONE Credi?
VLADIMIRO Sono contento di rivederti. Credevo fossi partito per sempre.
ESTRAGONE Anch'io.
VLADIMIRO Che si può fare per festeggiare questa riunione? (S'interrompe per riflettere) Alzati che t'abbracci. (Tende la mano a Estragone).
ESTRAGONE (irritato) Dopo, dopo.
Silenzio.
Strada di campagna, con albero. E’ sera.
Estragone, seduto per terra, sta cercando di togliersi una scarpa. Vi si accanisce con ambo le mani, sbuffando. Si ferma stremato, riprende fiato, ricomincia daccapo.
Entra Vladimiro.
ESTRAGONE (dandosi per vinto) Niente da fare.
VLADIMIRO (avvicinandosi a passettini rigidi e gambe divaricate) Comincio a crederlo anch'io. (Si ferma) Ho resistito a lungo a questo pensiero; mi dicevo: Vladimiro, sii ragionevole, non hai ancora tentato tutto. E riprendevo la lotta. (Prende un'aria assorta, pensando alla lotta. A Estragone) Dunque, sei di nuovo qui, tu?
ESTRAGONE Credi?
VLADIMIRO Sono contento di rivederti. Credevo fossi partito per sempre.
ESTRAGONE Anch'io.
VLADIMIRO Che si può fare per festeggiare questa riunione? (S'interrompe per riflettere) Alzati che t'abbracci. (Tende la mano a Estragone).
ESTRAGONE (irritato) Dopo, dopo.
Silenzio.
martes, 23 de marzo de 2010
llorona
Si porque te quiero quieres, Llorona
Quieres que te quieres más
Si ya te he dado la vida, Llorona
¿Qué mas quieres?
¿Quieres más?
Quieres que te quieres más
Si ya te he dado la vida, Llorona
¿Qué mas quieres?
¿Quieres más?
scar tissue
tangles in al-kharabish
Let’s do a few steps beck, we saw the outline of the carpet as a protective shield: braided line that blocks the bad. The thing that protects most of all is the world, we can see that also on the wall of the mosques. The Arabic script is already a braided lines, but in addition has the power of God: Quranic word equal the word of God.
lunes, 22 de marzo de 2010
POLIAM FRATER FRANCISCUS COLUMNA PERAMAVIT
come moto dell'animo e non come forma di relazione, viene interpretato come impulso al trascendimento della realtà sensibile, del mondo delle apparenze, capace di muovere la conoscenza verso l'assoluto, permettendo così all'uomo di ricongiungersi con il divino, attuando cioè un processo di indiamento.
Dante Alighieri
Subyace a esta clasificación la idea de que la incontinencia es una debilidad humana, ya que las bestias viven dentro de los límites de la necesidad y el instinto, que no sobrepasan. El fraude es propio del hombre, para estafar y defraudar no basta la astucia, se requiere ingenio. Pero la traición a los parientes y a los amigos y benefactores, es bestial, es decir, sólo las bestias atacan a los de su propia sangre, matan a sus hijos y asesinan cuando están hambrientos.
Pàrtiti, bestia, ché questi non vene
ammaestrato da la tua sorella,
ma vassi per veder le vostre pene".
Qual è quel toro che si slaccia in quella
c' ha ricevuto già 'l colpo mortale,
che gir non sa, ma qua e là saltella,
vid'io lo Minotauro far cotale;
e quello accorto gridò: "Corri al varco;
mentre ch'e' 'nfuria, è buon che tu ti cale".
this is the end
Albero della vita
Il mondo orientale ha sempre amato entrare di diritto nell’arte occidentale. Ha sempre voluto fare sapere che esisteva e dichiarare la sua presenza. Klimt ha bene accolto l’insegnamento: albero intrecciato che ricorda le spire di un serpente, foglie con occhi (lo sguardo di un orante vegetale). Un volatile che apre al cielo la ricerca di sciogliere i nodi della conoscenza.
tangles in al-kharabish
domingo, 21 de marzo de 2010
Dei sepolcri
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro? Ove piú il Sole
per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali, 5
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
né da te, dolce amico, udrò piú il verso
e la mesta armonia che lo governa,
né piú nel cor mi parlerà lo spirto 10
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro a' dí perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte? 15
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro? Ove piú il Sole
per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali, 5
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
né da te, dolce amico, udrò piú il verso
e la mesta armonia che lo governa,
né piú nel cor mi parlerà lo spirto 10
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro a' dí perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte? 15
viernes, 19 de marzo de 2010
tangles in al-kharabish
redox
jueves, 18 de marzo de 2010
césar
Accettando che l’essenziale è invisibile agli occhi, come ci diceva un piccolo principe, accettiamo che per vedere la realtà bisogna mascherarla, trovare una nuova chiave di lettura che ci renda visibile l’invisibile, che ci spieghi l’arcano. Comprimo l’oggetto per dargli nuova vita, è l’inverso della morte, non schiaccio per soffocare ma per aprire meglio i polmoni meccanici.
martes, 16 de marzo de 2010
mediologico o mass-mediologico?
Lo superammo il futurismo quando concepimmo il mondo come oppresso. Non più una mediologia ma piuttosto una mass-mediologia. Questo concetto di massa che ricorda tanto Canetti.
Un appiattimento che grida vendetta e si sprigiona tramite l’arte, arte che soffre come l’uomo, è corpo meccanico d’umano respiro.
Un appiattimento che grida vendetta e si sprigiona tramite l’arte, arte che soffre come l’uomo, è corpo meccanico d’umano respiro.
Matan joven en cañera con una pesada piedra
Un joven desconocido fue encontrado sin vida hoy de un golpe en la cabeza.
La víctima, de aproximadamente 25 años de edad, tez trigueña, contextura delgada, vestía, pantalón y bóxer azul, tenis color blanco.
Cuando la policía lo encontró, el joven estaba muerto de costado derecho, presentando una herida en el cráneo.
Cerca del cadáver fue encontrado un envase de cerveza y una pesada piedra con restos de sangre, que supuestamente los delincuentes utilizaron para terminar con su existencia por razones aún no establecidas.
Por su parte, las autoridades de Medicina Forense determinaron que el muchacho tenía aproximadamente ocho horas de haber fallecido de un trauma encéfalo craneal.
Hace unos meses, otro individuo, cuya identidad no se logró establecer, apareció en similares circunstancias en la calle que conduce a la marginal aldea.
En ese entonces aseguraron que miembros de una peligrosa pandilla eran los responsables del horrendo crimen.
Cronica periodistica
La víctima, de aproximadamente 25 años de edad, tez trigueña, contextura delgada, vestía, pantalón y bóxer azul, tenis color blanco.
Cuando la policía lo encontró, el joven estaba muerto de costado derecho, presentando una herida en el cráneo.
Cerca del cadáver fue encontrado un envase de cerveza y una pesada piedra con restos de sangre, que supuestamente los delincuentes utilizaron para terminar con su existencia por razones aún no establecidas.
Por su parte, las autoridades de Medicina Forense determinaron que el muchacho tenía aproximadamente ocho horas de haber fallecido de un trauma encéfalo craneal.
Hace unos meses, otro individuo, cuya identidad no se logró establecer, apareció en similares circunstancias en la calle que conduce a la marginal aldea.
En ese entonces aseguraron que miembros de una peligrosa pandilla eran los responsables del horrendo crimen.
Cronica periodistica
Image by Quitze Sabillon
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