28.3.10

Le rhinocéros

Berenger Ma se potessimo fare arrivare anche qui, nel nostro cielo, delle nuvole scientifiche, farebbe meno caldo e avremmo meno sete.
Jean (osserva Berenger) Si, ma a lei non servirebbe lo stesso. Non è d'acqua che lei ha sete, caro Berenger,..
Berenger E con questo che intende dire, caro Jean?
Jean Oh! Lei mi ha capito benissimo. Parlo della sua gola secca: ci vuol altro per innaffiarla!
Berenger La sua frase mi pare...
Jean (interrompendolo) Lei è su una cattiva strada, amico mio.
Berenger Su una cattiva strada? E perché?
Jean Non sono cieco. Lei crolla dalla stanchezza, ha ancora passato una notte bianca, sbadiglia, è morto di sonno...
Berenger Ho un leggero mal di testa...
Jean ...e puzza di alcool!
Berenger Già, è vero, ho anche la bocca impastata!
Jean Ogni domenica mattina è la stessa storia, per non par­lare degli altri giorni della settimana.
Berenger No, no, in settimana succede di rado, per via dell'ufficio...
Jean E la cravatta? Dove ha messo la cravatta? Perduta durante le orge notturne!
Berenger (porta la mano al colletto) Sì, è vero, strano: chissà dov'è andata a finire?
Jean (estrae una cravatta dalla tasca della giacca) Ecco: prenda la mia.
Berenger Oh, grazie, molto gentile. (Si annoda la cravatta).
Jean (mentre Berenger sistema alla cieca la cravatta) È tutto spettinato!

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