Così
mediante i nuovi sviluppi creativi, lo spettatore non subisce più
l'arte passivamente ma viene stimolato a partecipare ai processi di
produzione artistica. “Le
destinataire n'est plus l'objet d'un art ayant pour fonction de
l'éclairer didactiquement, mais il participe à l'élaboration de
ses conditions de vie.”1
ma questo pone un
interrogativo: chi detta il contenuto da trasmettere? Chi c'è dietro
a questo o quell'altro manifesto? Peter Gay s'esprime in questi
termini:
Il
potere, avendo capito quale fosse la potenza di condizionamento dei
mass media, si servì della pubblicità per imporre i loro interessi
contro quelli dei loro popoli. Sin dal 1915 lo Stato tenta di
rinforzare la pubblicità in favore della guerra in modi artistici.
Si ricordi ad esempio, la campagna lanciata per fermare la
svalutazione della moneta, dovuta ai prestiti della banca di Stato
che coprivano più della metà delle spese di guerra. La campagna di
manifesti diretta da Lucien Bernhard,3
riscosse un notevole successo evitando, così, la caduta della
valuta. Della pubblicità si fece largo impiego nel campo della
propaganda di guerra, con l'intenzione di rispondere alle campagne
preparate molto bene dai loro avversari. “Pendant
la guerre, l'affice politique illustrée s'est révélée comme un
moyen important, efficace de propagande”.4
I partiti che si
formano dopo la rivoluzione usufruiscono di questo media. Nel 1918 il
governo era composto da una maggioranza socialista, la quale decide
di lanciare una grande campagna di manifesti e pamphlet,
affidandola non a un pubblicitario esperto, ma a un artista
d'avanguardia (impressionista o cubista). Si evita tuttavia di
chiamare quegli artisti che si pongono in maniera più critica e
cosciente davanti alle questioni politiche. Questi avvenimenti sono
sintomi dello spostamento “dalla rivoluzione dell’arte all’arte
della rivoluzione”5
così definito da Jolanda Nigro Covre. Assistiamo, così, a
un’evoluzione, qualcosa si è modificato, nuove forze si muovono e
altre diventano più opache; la propaganda viene così a occupare il
luogo centrale lasciandosi dietro qualsiasi problema formale di
stile:
Da
tali vicende risulta come l’ASSO fosse percorsa da tendenze
eterogenee, differenti da sezione a sezione e da artista ad artista.
Ciononostante, si possono rintracciare al suo interno molti temi
comuni […]
e la diffusa volontà di sperimentare nuove forme di comunicazione,
da porre con sempre maggior efficacia al servizio della propaganda.6
Che
cosa provoca questo spostamento di interessi? All’inizio del 1929
il numero di disoccupati in Germania era arrivato a due milioni.
Sempre nello stesso anno, il 3 ottobre Gustav Stresemann morì. “Con
la sua morte, la destra del suo partito riprese forza e la
progressiva disgregazione della coalizione di Weimar – il suo
centro vitale politico – continuò”.7
Il crollo della Borsa di Wall Street nell’ottobre si fece sentire
anche in Germania, fatto questo che si dimostrò favorevole per gli
avversari della democrazia tedesca. I dirigenti della Repubblica
furono considerati imbelli e incapaci di reagire alle pretese dei
paesi vincitori. Questa critica accrebbe il revanscismo tedesco e
fece conquistare popolarità e larghi consensi elettorali al partito
Nazionalsocialista. I governi si succedono, incapaci di dare una
rotta al paese. In pochi anni, dal 1929 al 1932, il Paese precipita
in una crisi che sembra inarrestabile e che vedrà la fine della
democrazia in Germania.
Après
1928 commence l'ascension rapide du NSDAP. Encore en sixième
position des listes de partis en 1928, il arrive en 1930 derrière la
deuxième force du SPD et atteint en 1932, avec plus de 13,5 millions
de voix. le chiffre maximum de voix de tous les partis de la
République de Weimar. Le SPD et le partis bourgeois - le centre
catholique excepté - continuent à perdre des voix. Le KPD est en
1928 la quatrième force et gagne toujours davantage de voix jusqu'en
1932. Aux dernières élections régulières de novembre 1932,
l'écart avec le SPD n'était plus de 1,2 million de voix. Pour la
dernière fois, le SPD et le KPD obtiennent ensemble plus de voix que
le NSDAP.
Ces
trois partis amplifient la propagande. Pour eux l'affiche et, avant
tout, l'affiche illustrée, devient le moyen capital d'agitation et
de recrutement de voix.8
1Ivi.
p-296.
3Emil
Kahn, noto con lo pseudonimo Lucien Bernhard, le plus célèbre
graphiste publicitaire de l'Empire. DADA
Paris-Berlin,
Centre Georges Pompidou, Parigi, 1992, p.410.
4Ibidem.
6I.
Torelli, “L’arte è un’arma”: attività di propaganda e
iconografia dell’ASSO di Berlino, Lipsia e Dresda, in L’Uomo
Nero,
a.III, n.4-5, ed. CUEM, Milano, dicembre 2006; pp. 198-199.
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