martes, 20 de julio de 2010

Comunicare attraverso l'immagine


Sulla tipografia, in sintonia con il lavoro di Bayer, Moholy-Nagy esprime una volontà di servirsi in modo potenziale delle possibilità tecniche offerte dalla macchina: chiarezza, concisione e precisione. La fortuna della comunicazione tipografica perciò, dipende dall’evoluzione dei mezzi tecnici al suo servizio.
Il procedimento tipografico si fonda sull’efficacia delle relazioni visive. Dai tempi di Gutenberg la tipografia è stata il collegamento necessario tra contenuto e destinatario:

comunicazione tipografia uomo1

Ma con i manifesti, s’avverte un’evoluzione in cui gli altri elementi […] incominciano ad avere “una forte efficacia visiva”2: la fotografia è in aggiunta al testo o senza di esso, un “«fototesto», precisa forma rappresentativa che, nella sua obbiettività, non permette alcuna interpretazione individuale.”3 Nel 1925 viene pubblicato Pittura fotografia film di Moholy-Nagy, il testo forma parte della collana dei Bauhausbücher (uscito come ottavo volume). In breve, il libro dà conto del rapporto che intercorre tra la pittura ed il binomio fotografia-film. La posizione dell'autore è a vantaggio della fotografia e del suo equivalente dinamico, il film. La pittura però non viene marginata, ha soltanto scopi diversi dalla fotografia. Difatti, il problema che si pone è quello della creazione visiva e della creazione della forma; di creazione cromatica e rappresentazione. “Mi sembra comunque indispensabile contribuire alla costruzione del proprio tempo con i mezzi a esso commisurati.”4 L’affermazione di Moholy-Nagy lascia intuire che la rappresentazione sarà affidata alla fotografia/film. Alla pittura invece toccherà la creazione cromatica.5 La trasmissione di contenuti avviene attraverso la nuova pubblicità. Si pensi ai progetti per stand e padiglioni elaborati da Bayer e ricordati più sopra, in cui introduce l’uso della fotografia, rendendo l’immagine di maggiore impatto visivo, più chiara e immediata. Così la realtà è tradotta dall’artista, cercando una corrispondenza tra creazione e vita mediante l’uso delle nuove tecnologie:

Il lavoro creatore dell’artista, le ricerche degli scienziati, il calcolo del commerciante, del politico di oggi, tutto quanto si muove e si forma è intrecciato in un insieme di avvenimenti che si condizionano reciprocamente. Ciò che fa il singolo ha effetto nell’attualità e, al tempo stesso, nel lungo periodo. Il tecnico controlla la macchina e soddisfa esigenze immediate, ma in fondo molto più ampie: è l’iniziatore di una nuova stratificazione sociale e spiana la via al futuro. Un tale effetto nel lungo periodo ce l’ha per esempio il lavoro, oggi non considerato abbastanza, dello stampatore: informazione internazionale con tutto quanto ne deriva.

Il lavoro dello stampatore è una parte delle fondamenta sulle quali si reggerà il nuovo mondo.6

Questo interesse per i fatti del mondo porta allo sviluppo di ciò che Moholy-Nagy chiama tipofoto. E che cos’è il tipofoto? “Il tipofoto è comunicazione visuale rappresentata nel modo più esatto.”7 Fotografia e tipografia insieme costituiscono la forma più efficace di trasmettere un contenuto, senza temere che il messaggio sia frainteso. L’evoluzione del film e della fotografia permetterà un’immagine più compiuta di quanto non possa fare la pittura.

1 Ivi. p. 65.
2 L. Moholy-Nagy, “Tipografia moderna, fini, attività pratica, critica” in H. M. Wingler, Bauhaus, ed. Feltrinelli, Milano, 1972; p. 97.
3 L. Moholy-Nagy, Pittura fotografia film, a cura di Antonello Negri, ed. Scalpendi, Milano 2008; p. 66.
4 Ivi. p. 35.
5La vita contemporanea elimina i colori: “la grande diffusione del procedimento della stampa, la forte domanda di opere stampate[…] hanno trasformato l'immagine vivace e ricca di contrasti delle antiche opere a stampa nel grigiore per lo più uniforme dei libri dei periodi successivi”. L. Moholy-Nagy, “Tipografia moderna, fini, attività pratica, critica” in H. M. Wingler, Bauhaus, ed. Feltrinelli, Milano, 1972; p 96. Di qui L’importanza della gradazione dei grigi nella fotografia;
6L. Moholy-Nagy, Pittura fotografia film, a cura di Antonello Negri, ed. Scalpendi, Milano 2008; p. 64.
7L. Moholy-Nagy, “Tipografia moderna, fini, attività pratica, critica” in H. M. Wingler, Bauhaus, ed. Feltrinelli, Milano, 1972; p. 65.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

Uccellacci e uccellini

  PAJARracos y pajaritos Pier Paolo Pasolini, 1966. Int.: Totó, Ninetto Davoli, Femi Benussi. Italia. VOSE. 100 min. DCP Sinopsis “Escandali...