lunes, 27 de septiembre de 2010

Revolution Dada


Dadabild
Ed ecco che arriva un fotomontaggio/collage di Grosz, sempre del 1920: Der Weltdada Richard Huelsenbeck o Dadabild, conservato oggi alla Kunsthaus di Zurigo. Un apparente corpo, vestito come un bourgeois gentilhomme con le mani in tasca, non ha testa e piedi ma dal suo interno scaturisce, scoppia, la parola “DADA”. È inserito all'interno di un'intersecazione di linee geometriche aperte su uno sfondo neutro. Le analogie che possiamo stabilire con il Selvaggio Heartfield sono poche: singolare il fatto che entrambe le rappresentazioni abbiano il nome di un dadaista, entrambi sono manichini da sartoria, uno in tenuta militare l'altro in “borghese”, ambedue sono unijambiste. Ma esiste una considerevole differenza: mentre il Borghese Heartfield che diviene selvaggio rappresenta la più aspra critica ai valori della società di Weimar, il Dadabild è la ricerca dell'uomo nuovo, dell'artista nuovo. Cosa è successo? Che cosa provoca un simile cambiamento in così poco tempo?

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