correvo, ero abituato a correre, non mi fermavo mai. Il latte alla mattina, poi pulire la stalla, dar da mangiare agli animali e dar da mangiare a me, animale, dopo la stalla mi pulivo io. Rituali domestici li chiamavo. Lei rimase incinta o meglio lo credemmo fino a che morì e io con lui. L’unico bagliore era il faro vino a casa mia, niente mi faceva vedere luce come quella lampada che tutte le notti a intermittenza riscaldava il nostro letto ormai stanco e vuoto. La stalla era chiusa, la prassi continuava ma non aveva un significato, io ero un fantasma, ero morto con lui. la vita era solo un continuo susseguirsi di atti meccanici e così continua.
jueves, 15 de abril de 2010
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