19.5.10

complorātio

«Si comunica, a principio, con una ristrettissima cerchia di complici. Poi, quando accade, se accade, l'uditorio si allarga, e l'orizzonte dei destinatari, ma sarebbe più esatto dire dei committenti, si dilata, e diviene un pubblico vero. Ma si è comunque segnati per sempre, in una certa misura, da quei lettori primi, settari e faziosi, che formano una microsocietà di favoreggiatori e di conniventi. Perché chi scrive, scrive, in sostanza, per la semplice ragione che non trova, disponibili e prefabbricate, per quanto si guardi in giro, quelle poesie, quelle scritture in genere, che vorrebbe precisamente leggere, e deve costruirsele da solo. La poesia è un autentico fai-da-te che trova una convalida iniziale, se si è fortunati, in una limitata cerchia di consumatori, altrettanto insoddisfatti delle merci letterarie che circolano nel mercato dei versi e dei libri.»

Pagina bianca
come i tuoi minipiedi
di neve nuova.

L'acquario acceso
distribuisce le rane
tra le cisterne.

edoardo sanguineti docet

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