28.4.10

caligola

ELICONE - (Dall’estremità della scena all’altra) Buongiorno, Caio.
CALIGOLA - (Con naturalezza) Buongiorno, Elicone. (Pausa)
ELICONE - Sembri stanco.
CALIGOLA - Ho camminato molto.
ELICONE - Sì. Una lunga assenza. (Pausa)
CALIGOLA - Era difficile da trovare…
ELICONE - Che cosa?
CALIGOLA - Ciò che volevo io.
ELICONE - E tu che volevi?
CALIGOLA - (Sempre naturale) La luna.
ELICONE - Che cosa?
CALIGOLA - La luna. Volevo la luna.
ELICONE - Ah! (Pausa. Elicone gli si avvicina) Per che farne?
CALIGOLA - Mah! È una delle cose che non ho.
ELICONE - Sicuro! E ora l’hai ottenuta?
CALIGOLA - No.
ELICONE - Eh, una disdetta.
CALIGOLA - Sì. E perciò sono stanco. (Pausa) Elicone…
ELICONE - Sì, Caio…
CALIGOLA - Tu pensi che sono matto.
ELICONE - Sai bene che non penso mai. Sono troppo intelligente per cascarci.
CALIGOLA - Già. Già. Ma io non sono matto. Anzi, non sono mai stato così lucido. Ho provato semplice-mente una sete di impossibile. (Pausa) Le cose, così come sono, non mi sembrano di tutto riposo.

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