Lanterna di ottone, catena metallica, lampadine e motorino rotante, cm 58 x 32 x 28,5, in una parola: Misbah. Mona Hatoum figlia di genitori palestinesi evacuati da Haifa nel 1948 e, a sua volta, costretta all’esilio a Londra nel 1975, quando in Libano scoppiava la guerra civile ha detto in una vecchia intervista di essere senza patria. E questo traspare in tutta la sua arte. Una guerra che è vissuta sul corpo che lo lacera e lo fa sanguinare. La quiete della stanza da neonato, il gioco che culla il bambino con i giochi di luce che proiettano soldati e esplosioni. L’abbraccio metallico di madre guerra.
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