13.12.10

quella volta

A Foley era questo il nome Foley's Folly un avanzo di torretta ancora in piedi tutto il resto macerie orti¬che e allora dove fu che dormisti non un amico tut¬te le famiglie andate fu in quel dormitorio giù al porto che tu no lei era con te allora ancora con te giu¬sto per una notte in ogni modo dritto dal ferry una mattina e indietro quella dopo a vedere se la rovina c'era ancora dove nessuno veniva mai dove ti na¬scondevi da bambino scivolato via quando nessuno guardava e nascosto li tutto il giorno su una pietra tra le ortiche col tuo libro illustrato

C finché alzasti la testa e lì davanti ai tuoi occhi quan¬do si aprirono un vasto olio nero per l'età e la spor¬cizia qualche famoso uomo o donna o anche bambi¬no come un giovane principe o principessa qualche giovane principe o principessa del sangue nero per l'età dietro il vetro dove a poco a poco mentre scru¬tavi cercando di distinguere a poco a poco cosa ap¬parve se non una faccia t'eri forse girato sulla lastra per vedere chi c'era accanto a te

B sulla pietra al sole fissando il grano o il cielo o con gli occhi chiusi niente in vista solo il grano volgen¬te al giallo e il cielo azzurro giurandovi di tanto in tanto che vi amavate appena un sussurro lacrime in¬fallibilmente finché seccavano del tutto lì all'im¬provviso quali che fossero i pensieri o le scene forse laggiù molto in fondo all'infanzia o il grembo peg¬gio di tutto o quel vecchio cinese molto prima di Cri¬sto nato con lunghi capelli bianchi

C mai più lo stesso dopo quel fatto mai più del tutto lo stesso ma in questo non c'era niente di nuovo se non era questo era quell'altro un fatto ordinario qualcosa per cui dopo non potesti più essere lo stes¬so a trascinarti in giro anno dopo anno affondato nel tuo pasticcio di tutta la vita borbottando a te stesso a chi altro sennò che non saresti più stato lo stesso dopo questo che non eri più stato lo stesso dopo quello

A o parlando da solo con chi altro sennò conversazio¬ni immaginarie a voce alta fu quella l'Infanzia a die¬ci anni o undici su una pietra tra le ortiche giganti mettendo su tutto da te ora una voce ora un'altra finché eri rauco e ormai le voci sembravano tutte la stessa era già sera tardi erano immaginazioni allo scu¬ro o chiaro di luna e loro tutti fuori per le strade a cercarti

Nessun commento:

Posta un commento