5.8.10

Comunicare attraverso l'immagine


Dal 1928 il partito Comunista Tedesco si serve dei manifesti di Heartfield, i quali per la qualità tecnica, meritano di essere considerati a pari dignità con le fotoplastiche di Moholy-Nagy. In quest'anno nasceva l'associazione degli artisti figurativi rivoluzionari tedeschi ARBKD (Assoziation Revolutionärer Bildender Künstler Deutschlands), sorta dal bisogno degli artisti di stabilire un rapporto più diretto con il partito comunista. L'associazione, conosciuta più semplicemente come ASSO, deve organizzare la vita culturale, artistica e politica nell'epoca del capitalismo industriale, in cui la borghesia con i suoi diversi modi impone la sua potenza. L'arte è stata relegata a livello di merce, il profitto è il principio supremo del sistema capitalista! “l'art mendie son pain”.1 Insieme alla Propaganda (compito più importante dell'organizzazione2) la ricerca formale non era da sottovalutare, benché non si discostasse dalla sua funzione sociale. Comunque sia, l'attività dell'ASSO è volta ad arginare la crescita della destra e del partito Nazionalsocialista, che in questi anni s'appoderava degli stessi strumenti di propaganda dei suoi avversari politici. Gli artisti dell'ASSO si mettevano al servizio della classe operaia con il loro talento,3 collaborando con ogni genere di strumento che si prestasse ai loro scopi: Propagandawagen (furgoncini di propaganda), propagandasäulen (colonne di propaganda), testate proprie, volantini, manifesti, ecc. “Anche la pittura di cavalletto riuscì a conquistarsi un nuovo ruolo, nacquero infatti gli Agitationsbilder (quadri di agitazione)”4. In pittura cambiò anche la forma di rappresentazione del proletariato, che, letta in chiave troppo pessimistica dagli artisti della nuova oggettività come critica sociale, non soddisfaceva più i membri dell'ASSO. “Essi desideravano rappresentare infatti la classe operaia come una forza positiva e portatrice di speranze per l'avvenire”5. La grafica di agitazione è rimasta propria del KPD. La propaganda e l'agitazione comunista mostrano una conoscenza psichica delle masse. All’inizio della crisi economica i nazisti si proclamavano come il partito dei lavoratori, senza tuttavia cambiare le loro prerogative a discapito dei diritti dei lavoratori. Usando la propaganda s’appoderano dei colori e dei simboli del movimento operaio con il solo proposito di prendere il potere, “l’adversaire rouge ne pouvait être battu qu’avec les armes qu’il employait lui-même pour son succès.”6 Attraverso la manipolazione di un linguaggio con cui gli operai, oppure la gente più umile, s’identificava, i nazisti riescono ad aumentare il loro potere sugli altri partiti:

les partis à leur tour s'emparent alors de ce nouveau medium et, dans l'Allemagne de la République de Weimar,[…] l'affiche politique envahit la rue où se pressent chômeurs et enfants sans logis. La brutalité de l'image voulue par les théoriciens du NSDAP signifie une volonté de puissance sur tous les partis.7
A partire del 1932 i tre partiti più forti (Socialdemocratico, Comunista e Nazionalsocialista) aumentano la loro propaganda e il manifesto diventa lo strumento principale di agitazione popolare, favorendo, così, la raccolta di una sensibile percentuale di voti.

1Manifesto dell'ARBKD (ASSO), DADA Paris-Berlin, Centre Georges Pompidou, Parigi, 1992, p. 304.
2I. Torelli, “L’arte è un’arma”: attività di propaganda e iconografia dell’ASSO di Berlino, Lipsia e Dresda, in L’Uomo Nero, a.III, n.4-5, ed. CUEM, Milano, dicembre 2006; pp. 197.
3In questo senso, l'ASSO si rifaceva alla Rote Gruppe che nel loro manifesto indicano come fondamentale il Travail d'éducation artistique dans les circonscriptions, projets de modèles de journaux muraux, directives pour la confection des affiches et banderoles pour les manifestations, etc., soutien des recherches, qui ont encore un caractère dilettante, de membres du parti pour manifester la volonté révolutionnaire par la parole et par l'image. Manifesto del Gruppo Rosso, 1924 in DADA Paris-Berlin, Centre Georges Pompidou, Parigi, 1992, p. 303.

4I. Torelli, “L’arte è un’arma”: attività di propaganda e iconografia dell’ASSO di Berlino, Lipsia e Dresda, in L’Uomo Nero, a.III, n.4-5, ed. CUEM, Milano, dicembre 2006; pp. 199.
5Ivi. p. 205.
6 DADA Paris-Berlin, Centre Georges Pompidou, Parigi, 1992, p. 416.
7Ivi. p. 394.

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