15.6.09

Tempus edax rerum



Io: Questa è la mia pace… pace falsa, che non ha risposta a nulla.



Pace= nulla / risposta


è questo mio destino? è questo il destino di tutti gli altri…?

Destino, che palabra banale! senza senso, senza futuro.

Eccomi!…

parlo, anche se il destino senza senso abbia abbandonato ormai miei pensieri, le mie domande senza risposta, la mia speranza.





Io: Qui sei tu?



E lei: "La Speranza! lo stato d'animo di chi è fiducioso,negli avvenimenti futuri o già accaduti di cui non conosce i contorni precisi e le esatte possibilità di …"



Io: …riuscita?... il timore!.. di offendere l'amore di Lui e di provocare il castigo. Vita che tende a sottolinearne gli aspetti negativi e a vedere la vita stessa dominata dall'infelicità e dal dolore. Così la realtà stessa è radicalmente in conoscibile, è dunque negazione del senso dell'essere e degli enti in quanto significato e realtà sostanziali e valorativi, che possono essere tali solo in quanto fondati nell'assolutezza dell'essere. Assoluta negazione di ogni assolutezza, che percorre le strade o dell'indeterminazione dell'essere e degli enti o dell'univocità radicale essere nulla.



E lei: "Nichilista!"



E uno che se ne stava seduto replicò:"Chi pensa sia necessario filosofare, deve filosofare e chi pensa che non si debba filosofare, deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui."



E io: e tu chi saresti?



E costui: "non lo sai…? Sono il Grande Metafisico!"Allora la Speranza se ne andò, vedendo il brillo nei occhi miei al sentire parlare quel grande golem fatto di squadre e pezzi antropofomorfi, che tentava di convincermi con ciò che lì chiamavano "la Ragione".



La Ragione: "homo de humo"



E sentendo questo tornaì a sedermi e restaì lì, in silenzio, in ascolto.



Il Grande Metafisico: "mors ultima linea rerum est"



E la Speranza urlò: "non far l’intellettuale… expertus potest credere."



Se ci penso ora, quel grande golem, usava l’aggettivo metafisico come una sorta di cognome…

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