martes, 28 de septiembre de 2010

La simmetria della forma

Simmetria: proprietà di un insieme di elementi, di un corpo o di una figura geometrica di essere disposta in modo regolare rispetto a un sistema di riferimento assegnato, che può essere un punto, una retta o un piano. Il concetto di simmetria è di grande importanza in biologia, matematica, fisica e in mineralogia.





C'erano sempre stati sul pianeta del piccolo principe dei fiori molto semplici, ornati di una sola raggiera di petali, che non tenevano posto e non disturbavano nessuno. Apparivano un mattino nell'erba e si spegnevano la sera. Ma questo era spuntato un giorno, da un seme venuto chissà da dove, e il piccolo principe aveva sorvegliato da vicino questo ramoscello che non assomigliava a nessun altro ramoscello. Poteva essere una nuova specie di baobab. Ma l'arbusto cessò presto di crescere e cominciò a preparare un fiore. "Come sei bello!"
"Vero", rispose dolcemente il fiore, "e sono nato insieme al sole..."
Il piccolo principe indovinò che non era molto modesto, ma era così commovente! "Come fai ad essere così bello?"
"Vedi, io sono un fiore e sono una creazione della natura, e in quanto tale sono perfettamente simmetrico..."
"Non capisco" rispose il piccolo principe
spiazzato dall'uscita del fiore.
"Ora ti spiego" disse superbamente il fiore.
"In natura esistono tantissime simmetrie"
"E a cosa servono? "
"Beh, a fare i fiori belli, non c'è dubbio. Una simmetria della natura è qualcosa che il sole ci ha dato e che nessuno potrà mai imitare. Tutto, in natura, nasce da una simmetria. Tante cose in natura sono simmetriche, sai? " "Cosa ?" "Ad esempio le stelle marine, i fiocchi di neve, le celle degli alveari delle api e i cristalli...l'uomo!"
"Mai stata neve né api sul mio pianeta"
Il piccolo principe era attirato dai discorsi del fiore. "Tutti gli esseri viventi sono belli e simmetrici sotto diversi punti di vista... io, ad esempio, sono colorato e le simmetrie dei colori dei miei petali mi fanno bello".
"Avrei dovuto non ascoltarlo. Non bisogna mai ascoltare i fiori. Basta guardarli e respirarli. Il mio profumava il mio pianeta, ma non sapevo rallegrarmene. I fiori sono così contraddittori! Ma ero troppo giovane per saperlo amare".

Consigli per gli acquisti ottocenteschi

lunes, 27 de septiembre de 2010

vanitas, memento mori

Revolution Dada


Dadabild
Ed ecco che arriva un fotomontaggio/collage di Grosz, sempre del 1920: Der Weltdada Richard Huelsenbeck o Dadabild, conservato oggi alla Kunsthaus di Zurigo. Un apparente corpo, vestito come un bourgeois gentilhomme con le mani in tasca, non ha testa e piedi ma dal suo interno scaturisce, scoppia, la parola “DADA”. È inserito all'interno di un'intersecazione di linee geometriche aperte su uno sfondo neutro. Le analogie che possiamo stabilire con il Selvaggio Heartfield sono poche: singolare il fatto che entrambe le rappresentazioni abbiano il nome di un dadaista, entrambi sono manichini da sartoria, uno in tenuta militare l'altro in “borghese”, ambedue sono unijambiste. Ma esiste una considerevole differenza: mentre il Borghese Heartfield che diviene selvaggio rappresenta la più aspra critica ai valori della società di Weimar, il Dadabild è la ricerca dell'uomo nuovo, dell'artista nuovo. Cosa è successo? Che cosa provoca un simile cambiamento in così poco tempo?

domingo, 19 de septiembre de 2010

Barbara Kruger. All violence is the illustration of a pathetic stereotype.


Barbara Kruger è un'artista concettuale americana, negli anni ‘70 ha lavorato per diverse testate come art director e graphic designer. Fin dagli esordi, Barbara Kruger colloca i suoi lavori (fotografie in bianco e nero, spesso raccolte sui giornali, raffiguranti il più delle volte donne, cui giustappone slogan, testi bianchi su fondo rosso, scritti sempre con lo stesso carattere) negli spazi cittadini destinati ai manifesti pubblicitari, sovvertendo il senso del loro linguaggio e creando così uno stile forte, inconfondibile e d’impatto e, soprattutto, permettendo all’arte di uscire fuori dai luoghi istituzionali del museo e della galleria per generare un corto circuito con il quotidiano.
Il risultato scuote l’osservatore, minandone le certezze e scardinando i luoghi comuni della società, perchè i messaggi lanciati dalla Kruger (frasi personali o tratte dal linguaggio corrente) sono critiche potenti degli stereotipi legati alla donna, al consumo di massa o al vivere sociale, ma offerte in una maniera che disattende le aspettative di colui che guarda e che da un manifesto pubblicitario pensa di essere gratificato e rassicurato.

Revolution Dada


Non è strano il fatto che i dadaisti berlinesi guardassero il costruttivismo e in particolare a Vladimir Tatlin. Opere di Hausmann come Dada Siegt o Tatlin at home ce lo dimostrano. I berlinesi non possono che essere in sintonia con il costruttivismo: Il suo è un preciso programma d'azione politica. L'arte deve essere al servizio della rivoluzione […]. Ogni distinzione tra le arti deve essere eliminata come residuo di una gerarchia di classi […] L'arte deve avere un una funzione precisa nello sviluppo della rivoluzione.(1) È avvenuto il contatto tra dadaismo e costruttivismo; in questo processo occorre tenere presente oltre alla circolazione delle riviste anche la mediazione di un qualche artista in contatto con le avanguardie sovietiche, come potrebbe essere Schwitters o Richter. Comunque sia, Grosz e Heratfield, anche se rappresentano le teorie estetiche di Tatlin, non necessariamente ne condividono lo scopo: ne révèrent pas pour autant le pouvoir de la machine et la perfection de technique: les symboles de la modernité technique qui décorent ce mannequin aux allures de poupée mécanique sont utilisés en tant qu'instruments de la dérision et au profit d'une mise en scène ironique. (2) Dello sviluppo dei rapporti tra avanguardie parleremo in seguito. Per quanto riguarda lo stile, abbiamo sopra detto dell'aspetto grottesco del mannequin, del tutto consono al linguaggio dei dadaisti e di Grosz in particolare: Les artistes dada ont recours à la caricature et à la satire pour vilipender les travers de la société moderne dans des tons plus ou moins acerbes et grinçants.(3)


Ricordiamo che tra agosto e novembre del 1913 Grosz vive a Parigi dove studia in un atelier privato e sviluppa una tecnica di disegno veloce. Questa forma di ductus si addice alla caricatura. Sappiamo anche dell'interesse di Grosz verso Daumier, Luatrec e Goya. Copia disegni dai bagni pubblici, sviluppando così quello stile che proprio Grosz chiamerà “duro come un coltello”. Heartfield e Grosz frustano con un violento sarcasmo l'ordine sociale della repubblica di Weimar, feriscono l'orgoglio patriottico e la modernità tecnica, messa in scena di una feroce denuncia dell'ideologia militaristica. Il manichino è un doppio ironico dell'artista, una sua caricatura. Attraverso la tecnica, la satira e l'arte si cerca una via per costruire una società nuova, un artista nuovo, un uomo nuovo.


1 G.C. Argan, L'Arte Moderna, ed. Sansoni, Firenze, 1970; p. 303.


2 DADA, Centre Georges Pompidou, Parigi, 2005; p 819.


3 Ivi, p. 816.

jueves, 16 de septiembre de 2010

Revolution Dada

Il Borghese Heartfield diventa selvaggioQuesta è l'opera di George Grosz e John Heartfield presentata alla Dada Messe del 1920. Un manichino (1) di sartoria, prende le sembianze del “borghese” Heartfield che diventa selvaggio. E come diventa selvaggio? Il passaggio è semplice. È facile passare da borghese a selvaggio, soprattutto tutto se il selvaggio per eccellenza è quello della Repubblica di Weimar: il militare, il religioso, l'aristocratico. Ma perché scagliarsi contro queste classi? Siamo negli anni della fragile repubblica di Weimar, che non va oltre il 1933, anno dell'ascesa al potere di Adolf Hitler e del partito Nazionalsocialista. La Germania, reduce della sconfitta nel conflitto bellico, patisce le dure condizioni impostogli dal trattato di Versailles (2). Oltretutto, la repubblica era sottoposta a grandi pressioni da parte di estremisti di destra e di sinistra. La democrazia in Germania era abbastanza debole anche senza doversi addossare l'ostilità dell'apparato amministrativo:
"I giudici sopravvissuti all'Impero furono reintegrati in servizio dopo la rivoluzione. […] Quasi tutti provenivano dalle classi privilegiate e, forti dei loro stretti rapporti con l'aristocrazia, gli alti gradi dell'esercito, gli ambienti politici conservatori, non si fecero trattenere dalla pietà nel procedere contro gli accusati comunisti e fecero mostra al contrario di squisita tolleranza per gli ex-ufficiali." (3)

Erró

Erró (Guðmundur Guðmundsson) (1932 Ólafsvík, Islanda) è un'artista postmodernista specializzato in pittura. Ha studiato arte in vari paesi come la Norvegia e Italia e ha abitato per un periodo della sua vita a Parigi, Thailandia e soprattutto le isole Formentera dove ha creato molte delle sue opere.

miércoles, 15 de septiembre de 2010

a reality game by invader




Invader (born 1969) is a French street artist who pastes up characters from and inspired by the Space Invaders game, made up of small coloured square tiles that form a mosaic. He does this in cities across the world, then documents this as an "Invasion", with books and maps of where to find each invader.

He started this project in 1998 with the invasion of Paris - the city where he lives and the most invaded city to date - and then spread the invasion to 35 other cities in the world. Los Angeles, New York City, San Diego, London, Manchester, Darlington, Newcastle, Geneva, Lausanne, Bonn, Cologne, Ljubljana, Rome, Vienna, Barcelona, Bilbao, Nice, Amsterdam, Berlin, Bangkok, Tokyo, Katmandu, Varanasi, Melbourne, Perth and even Mombasa are now invaded with his colourful characters in mosaic tiles.

The mosaics depict characters from Space Invaders and other video games from the late 1970s. The images in these games were made with fairly low-resolution graphics, and are therefore suitable for reproduction as mosaics, with tiles representing the pixels. The tiles are difficult to alter and weather-resistant.

Invader installed his first mosaic in the mid 1990s in Paris. According to the artist, it was a scout, or sentinel, because it remained the only one for several years. The programme of installations began in earnest in 1998.

The locations for the mosaics are not random, but are chosen according to diverse criteria, which may be aesthetic, strategic or conceptual. Invader favours locations that are frequented by many people, but also likes some more hidden locations. In Montpellier, the locations of mosaics were chosen so that, when placed on a map, they form an image of a giant space invader character.

The mosaics are half built in advance, and Invader travels with them, and half from the city he is invading. When he arrives in a city he obtains a map and spends at least a week to install them. They are catalogued, pictured and Invader use a map indicating their locations within the city.

One of the more prominent places where the mosaics have been installed is on the Hollywood Sign. The first was placed on the letter D on December 31, 1999. During further trips to Los Angeles, Invader has placed mosaics on the 8 other letters of the sign.

Invader also works on another project that he titles "Rubikcubism", which consists making artworks made of Rubik's Cubes. Invader has had solo exhibitions at art galleries in Paris, Osaka, Melbourne, Los Angeles, New York City, and London.

Most recently, Invader placed two of his iconic tile works on the World Of Wonder Storefront Gallery, located at 6650 Hollywood Blvd., in Hollywood, CA. for the 4th annual I Am 8 Bit group show.

In 2010, he was one of the featured artists in the film Exit Through the Gift Shop in which it states he is a cousin of Thierry Guetta (Mr. Brainwash).

In the Futurama episode, Proposition Infinity (Season 6, Episode 4). Bender is depicted as a street artist, putting up images of himself using the same mosaic technique as Invader.

Alessandro Scarabello

The Beast Is Still Among Us, 2008
Alessandro Scarabello's artistic research is greatly distinguished by his attention to technique and close observation of social phenomena. He works with oil and acrylic on canvas and produces single paintings and collections. The combination of his technical knowledge and his contemporary eye has captured the attention of his observers since the beginning of his career. From Caravaggio to Michetti, Pellizza da Volpedo to Francis Bacon and Lucian Freud, the influences of artists unlikely to be combined come out in his work. His canvases speak of the present, yet offer an original vision suspended between both the past and the future.




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Il quadrante della pittura europea

“Ricominciò a schizzare su un blocco i quadri che desiderava dipingere. Ma capì che tornare indietro ormai era impossibile. Quando era al liceo, immaginava che tutti i pittori del mondo camminassero sulla stessa grande strada; era una strada maestosa che portava dai pittori gotici ai grandi italiani del Rinascimento, e poi agli olandesi, da loro a Delacroix a Manet, da Manet a Monet, da Bonnard (ah, come amava Bonnard!) a Matisse, da Cézanne a Picasso. I pittori non marciavano su quella strada in fila, come soldati, no, ognuno andava solo, ma ciò nonostante, quel che scopriva uno serviva da ispirazione all’altro, e tutti sapevano di aprirsi un varco in avanti, verso l’ignoto, che era la meta comune e che li univa tutti. E poi improvvisamente la strada era scomparsa. Era come svegliarsi da un bel sogno; per un attimo continuiamo a cercare le immagini sbiadite, prima di capire finalmente che i sogni non si possono richiamare indietro. La strada era scomparsa, eppure era rimasta nell’anima dei pittori sotto forma di inestinguibile «voglia di andare avanti». Ma dov’è l’«avanti» se non c’è più la strada? Da che parte cercare l’«avanti» perduto? E così il desiderio di andare avanti divenne la nevrosi dei pittori; correvano tutti in direzioni diverse e intanto si incrociavano continuamente, come la folla che gira qua e là per la stessa piazza. Volevano distinguersi l’uno dall’altro e ognuno riscopriva una scoperta non ancora riscoperta dagli altri. Per fortuna presto ci furono persone (non pittori, bensì mercanti e organizzatori di mostre, con i loro agenti e consulenti pubblicitari) che impressero l’ordine a quel disordine, e cominciarono a decidere quale scoperta si dovesse scoprire di nuovo e in quale anno. […]
Si disse che forse la sua rinuncia alla pittura aveva un senso più profondo che non la mancanza di talento o di tenacia: sul quadrante della pittura europea era scoccata la mezzanotte.
Trapiantato nell’Ottocento, di che si occuperebbe un alchimista di genio? Che ne sarebbe di Cristoforo Colombo, oggi che le comunicazioni marittime sono servite da un migliaio di società di trasporti? Che avrebbe scritto Shakespeare in un’epoca in cui il teatro non fosse ancora esistito o in cui avesse smesso di esistere?
Non sono domande retoriche. Quando un uomo è dotato per un’attività che ha già suonato la mezzanotte (o che non ha ancora suonato la prima ora), che ne è del suo talento? Si trasforma? Si adatta? Cristoforo Colombo diventerebbe direttore di una compagnia di viaggi? Shakespeare scriverebbe sceneggiature per Hollywood? Picasso disegnerebbe cartoni animati? Oppure tutti questi grandi talenti si tirerebbero in disparte, se ne andrebbero, per così dire, nel convento della storia, pieni di una cosmica delusione per essere nati nel momento sbagliato, fuori dal quadrante del tempo per cui erano stati creati? Abbandonerebbero il loro talento anacronistico come Rimbaud abbandonò a diciannove anni la poesia?”


(Milan Kundera, L’Immortalità)

martes, 14 de septiembre de 2010

La Diputación embalará la obra de Guerrero en una semana si no hay acuerdo

Los 60 cuadros del pintor granadino José Guerrero están a punto de traspasar el umbral del centro de la calle Oficios. Pero por la puerta de salida. La Diputación de Granada ha puesto como fecha límite el 15 de septiembre para llegar a un acuerdo con la familia del pintor para la continuidad definitiva del legado. "En caso contrario entenderemos la fecha indicada como la de finalización del anterior comodato y procederemos a la preparación del embalaje y seguridad del fondo para su devolución en el lugar y a la persona que nos indique", tal y como se detalla en la carta enviada ayer por la Diputación a los abogados de la familia Guerrero.

La diputada de Cultura, María Asunción Pérez Cotarelo, ofreció ayer una rueda de prensa para explicar los detalles del ultimátum y de las negociaciones que comenzaron el 11 de mayo de 2009 y que definitivamente han llegado a un punto sin retorno. "Las conversaciones se están dilatando de manera artificial", explicó la diputada al comienzo de su intervención. "Hemos realizado más que sustantivos acercamientos y cesiones para poder alcanzar un acuerdo satisfactorio, que culminamos con un paso que yo pensé nunca llegaríamos a dar, aceptar que la cesión -no donación- de la obra se haga a la Fundación, por crear conjuntamente, en lugar de a la Diputación de Granada".

En este sentido, la institución provincial puso como "cuestiones mínimas e irreemplazables" poseer mayoría simple en el órgano rector de la nueva Fundación -el 51%- y el compromiso de la familia de mantener los cuadros de José Guerrero, como mínimo, hasta finales de 2011. "Este punto es innegociable porque imagínense que la Fundación aprueba un presupuesto de 10 millones de euros".

La segunda opción propone a la familia que estudie la posibilidad de constituir una Fundación privada en la que la Diputación participara con la cesión del edificio que alberga el actual Centro José Guerrero, y en la que la institución provincial "estudiará alguna aportación de colaboración financiera para el desarrollo de alguna de sus actividades".

Sin embargo, los herederos del pintor se mantienen firmes en exigir que el Ministerio de Cultura, Consejería de Cultura y Universidad de Granada se integren en la nueva Fundación antes del 31 de marzo. "En caso contrario se llevarían la colección de arte contemporáneo de la sede de la calle Oficios", según explicó la diputada, que hizo hincapié en la premura de tiempo para cerrar estos acuerdos, "sobre todo con vistas a las elecciones municipales que se avecinan y los traqueteos que conlleva".

Precisamente, este punto es uno de los principales argumentos de Diputación para su ultimátum, ya que según explicó la Pérez Cotarelo, la Diputación no puede cerrar las partidas presupuestarias de 2011 para el funcionamiento del Centro Guerrero y sus actividades paralelas "sin tener la certeza cuando menos de la permanencia de la colección durante esta anualidad". La diputada, que dijo desconocer cuál podrá ser el destino final del legado del pintor, defendió la labor de la institución en la negociación y avanzó que, de acabar las negociaciones finalmente con la marcha del legado del pintor, la Diputación no descarta continuar con su proyecto de Fundación de Arte Contemporáneo, origen del desencuentro de ambas partes. Por su parte, el director del área de Cultura, Jorge López, también afirmó que la Diputación no puede vivir en esta "incertidumbre" pese a que recientemente aseguró en los actos de presentación del X aniversario del centro que las negociaciones iban por buen camino.

Con este 'golpetazo' en la mesa de la Diputación parece que a la familia sólo le queda designar la forma y el lugar para la devolución de los cuadros que se encontraban en situación de 'alegalidad' al expirar el pasado 31 de diciembre el comodato por el que la familia cedía las obras al centro de la calle Oficios, que perderá su nombre y apellidos de concretarse el divorcio.

La versión de la familia y de sus abogados llegará en los próximos días ya que ayer declinaron responder al ser consultados por este periódico.

fonte:granadahoy.com

lunes, 13 de septiembre de 2010

Gionata Gesi OZMO

was born in Pontedera (Pisa)

EXHIBITIONS

2008

"Popup! Festival"
Ancona dal 6/09/2008 al 20/10/2008 

"Il drago di Giorgio"
Sovramonte (BL) - dal 20 luglio al 7 settembre 2008 LAB 610 XL cur. by Viviana Siviero, Alberto Zanchetta

"Street Art Village. Rigenerazione urbana e ribaltamento culturale"
Campofelice di Roccella (Palermo) 15/09/2008 al 15/10/2008

"Aishti Art week-end'

29,30,31/08/2008 in Faqra, Beirut , Lebanon

Revolution Dada

Dada Messe


La Internationale Dada Messe(1), rappresenta l'apice del movimento berlinese. Essa è in noce, la negazione di tutti i sistemi convenzionali dell'arte e una spietata critica delle classi altolocate: "[…] Tandis que le murs sont constellés de slogans -”Nieder die Kunst" (À bas l'art), "Dilettantes, erhebt euch gegen die Kunst" ( dilettantes, révoltez-vous contre l'art). "Dada se tient du côté du prolétariat révolutionnaire", "Dada est politique", "À bas la morale bourgeoise", clament enfin les affichesà la manière d'un programme idéologique. La Foire est de fait nihiliste, communiste, anticléricale et antibourgeoise." (2) La mostra è organizzata dai tre membri più attivi del gruppo: Grosz, Heartfield e Hausmann. All'interno della fiera le opere sono di svariata natura: collage di Hausmann, Fotomontaggi di Höch, il Plasto-Dio-Dada-Drama di Johannes Baader, il preussischer Erzengel “à tête de cochon” di Schlichter e Heartfield e Der wildgewordene Spießer Heartfield: "Le bras du mannequin sont remplacés par una sonnette électrique et un revolver, sa poitrine héroïque présente avec fierté des décorations de guerre, une fourchette brisée et une lame de couteau rouillée. Le mannequin de tailleur porte, en guise de tête, une ampoule sur ses épaules, qui peut être éteinte ou allumée à souhait." (3)


1 Tenutasi a Berlino presso la galleria Otto Burchard, nell'estate del 1920


2 DADA, Centre Georges Pompidou, Parigi, 2005; p. 322.


3 Ivi; p. 819.

domingo, 12 de septiembre de 2010

Uceroz + Hubero Kororo



PAPPELTALKS from vizage on Vimeo.



cooperationZuzana Lehutová
year2009
materialpaper
dimensions140 x 125 x 5 mm
projectUceroz
Uceroz is a new music brand by Ivan Palacký, a musician playing an amplified knitting machine called Dopleta 160 (180). The title "Uceroz" is an abbreviation created from two Czech words : „učesán a rozcuchán“. It consists of two editions, where „učesán“ represents a smoother kind of musical expressiveness however „rozcuchán“ tends to be more experimental.
The first set of 5 CDs is published in „rozcuchán“ edition. The design of the cover also reflects this motif. Like when you are listening to this piece of music for the first time being still untouched by the unique experience of Ivan Palacky´s peculiar performance, also the album cover makes you feel like that. After opening (tearing off the seal), the outer minimalistic graphic of the snow-white package is irretrievably disturbed by a stain, which turns to the colour of the inner content.

Technical description

The graphic form of the edition is always constant, just the colours vary. Depending on the technique of opening, (some extreme technics of opening have already been noticed, like using a drill in order to create a peculiar mark.) some patterns arise, which give each piece a certain uniqueness. The inner mechanism is an authentic construction by Hubero Kororo.

uceroz

Becoming Le Corbusier

Un modo semplice per diventare un grande architetto!

sábado, 11 de septiembre de 2010

Revolution Dada


…Aber der „Geist”, insbesondere der „historische Geist” ersieht sich auch noch an dieser Verzweiflung seinen Vorteil: immer wieder wird ein neues Stück Vorzeit und Ausland versucht, umgelegt, abgelegt, eingepackt, vor allem studiert: – wir sind das erste studierte Zeitalter in puncto der „Kostüme”, ich meine der Moralen, Glaubensartikel, Kunstgeschmäcker und Religionen, vorbereitet, wie noch keine Zeit es war, zum Carneval großen Stils, zum geistigsten Faschingsgelächter und Uebermut, zur transcendentalen Höhe des höchsten Blödsinns und der aristophanischen Weltverspottung. Vielleicht, daß wir hier gerade das Reich unserer Erfindung noch entdecken, jenes Reich, wo auch wir noch original sein können etwa als parodisten der Weltgeschichte und Hanswürste Gottes – vielleicht, daß, wenn auch nichts von heute sonst Zukunft hat, doch gerade unser lachen noch Zukunft hat!”
Nietzsche, Jenseits von Gut und Böse.
In Dada Almanach, 1920, p. 7.


Dada Berlinese
Rispetto ad altri luoghi dove si sviluppa il dadaismo (New York, Zurigo, Parigi), in Germania si manifesta con un po' di ritardo. A Berlino si presenta con una forte connotazione politica, conseguenza della condizione in cui era stata ridotta la Germania, sconfitta in guerra. Il manifesto del Dada berlinese risale al 1918, ma non ha ancora uno scopo politico, bensì intende rompere decisamente con le correnti artistiche preesistenti, il cubismo, il futurismo e in primo luogo contro l'espressionismo. Ma lo stacco non è immediato, procede di pari passo con il suo diventare arte politica, lasciare il puro spiritualismo, l'arte dell'evasione e divenire l'Arte sociale al servizio del proletariato, una presenza vera e concreta. In questo senso, la partecipazione di George Grosz al gruppo dadaista è decisiva. L'intero gruppo si potrebbe definire anticapitalista, antimilitarista e antinazionalista.


 

jueves, 9 de septiembre de 2010

Gesù in trincea



Goethe nel fuoco dei tamburi, Nietzsche nello zaino e Gesù in trincea - c'era sempre gente che riteneva ancora spirito e arte come forze in se stesse. In Germania il dadaismo era l'unico movimento artistico reale da decenni. Non ridete - vicino a questo movimento tutti gli "ismi" sono diventati, dall'altro ieri, dispute da atélier di nessuna importanza. Il dadaismo non era un movimento "inventato", ma un prodotto organico derivante dalla reazione alle tendenze, vagante fra le nuvole, della cosiddetta sacra arte, i cui sostenitori riflettevano sui cubi e sul gotico mentre i generali dipingevano col sangue. Il dadaismo ha costretto gli amici dell'arte a rispondere con lo stesso gioco.






George Grosz + Weiland Herzfelde


da "l'arte è in pericolo", in Un piccolo sì e un grande no, 1975, ed. Longanesi.

martes, 7 de septiembre de 2010

adriano nardi



batticuore

Adolf Hohenstein

Nato a San Pietroburgo da Julius, ingegnere forestale, e Laura Irack, Adolf Hohenstein cresce a Vienna, dove compie gli studi.
Si stabilisce a Milano intorno al 1880, lavorando come scenografo e come costumista per La Scala e per altri teatri. Incontra l'editore musicale Giulio Ricordi e nel 1889 inizia a lavorare per le Officine Grafiche Ricordi, di cui diviene in breve tempo direttore artistico curandone sia la parte grafica sia la parte teatrale.


Der Zeit ihre Kunst, der Kunst ihre Freiheit

Transautomatism is a modern style of painting, founded by Friedensreich Hundertwasser. It is a kind of surrealism, which also point of the viewer's fantasy. Different people see different things in the same picture. It is less what the artist wants us to see, more about how we interpret it. The transautomatism is based on the different styles which Hundertwasser developed, e.g. the spirals and drops.
Transautomatism is about Hundertwasser's theory that straight lines are 'godless and immoral'. That as humans we have lost out connection to the organic geometry of nature by forcing ourselves to exist in boxes as homes. He believed in the fluidity of line and shape hence his architectural and painting style. Being educated in a Montessori school his self directed learning came from nature and therefore his drive to return to colour and organic states.


Uccellacci e uccellini

  PAJARracos y pajaritos Pier Paolo Pasolini, 1966. Int.: Totó, Ninetto Davoli, Femi Benussi. Italia. VOSE. 100 min. DCP Sinopsis “Escandali...